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Il Soccorso Speleologico

Sino alla fine degli anni 50, i non molti incidenti erano stati risolti autonomamente dai gruppi grotte locali o dai vigili del fuoco.

Una richiesta di affrontare il problema viene avanzata per la prina volta nel 1956 all'8° Congresso Nazionale di Speleologia a Como, ma essa cade nel vuoto.

Nel 1965 la speleologia italiana è in piena espansione. L'aumento dell'attività viene funestato da due incidenti mortali, di cui uno in una grotta complessa a una profondità di ca. 300 mt.

Una trentina di speleologi provenienti dai maggiori gruppi dell'Italia del nord, alternandosi, si prodigano a recuperare la salma. Si prende atto che per un intervento del genere ci sono voluti quasi 6 giorni.

Anche se ci sono speleologi molto capaci, ci si rende conto che mancano attrezzature adeguate sia mediche che tecniche, nonchè organizzazione.

Questo intervento offre l'occasione per ampliare i rapporti tra i vari gruppi speleologici e far capire che certi problemi si possono risolvere soltanto con la collaborazione di tutti.

Nell'anno seguente (1966) il 5 e 6 marzo, si tiene a Torino l'Assemblea Costituente del Corpo di Soccorso Speleologico a cui aderiscono un centinaio di speleologi.

Nel mese di aprile un incidente mette a dura prova il neo costituito Soccorso Speleologico. Le operazioni durano per una settimana, mobilitando gruppi e volontari provenienti dal centro e dal nord Italia.

Durante lo stesso anno, grazie all'interessamento di Bruno Toniolo, direttore del Corpo di Soccorso Alpino, il Soccorso Speleologico entra a far parte del C.S.A. del Club Alpino Italiano (CAI).

Attualmente il territorio nazionale è suddiviso in 14 Zone di Soccorso Speleologico con un corpo di 650 tecnici/volontari. Inoltre esistono alcune Commissioni che centrano il loro lavoro su temi specifici: Commissione Tecnica, Medica, Speleosubacquea, Forre e Disostruzioni.

La stazione autonoma di Soccorso Speleologico del CNSAS Alto Adige, per la formazione dei tecnici speleo oltre alle attività di squadra, è inserita nella 6a Zona Veneto - Trentino - Alto Adige.

Essa collabora con le squadre venete e trentine sia nelle esercitazioni di zona o in caso di necessità negli interventi in grotta dove servono uomini e materiali.

La collaborazione dei tecnici della Stazione di Soccorso Speleologico CNSAS Alto Adige può essere richiesta anche per interventi molto complessi sul territorio Nazionale.



Video di un'esercitazione Speleo nella "Bus della Spia":

vedi anche la Stazione di Soccorso Speleologico - clicca qui


La Speleologia

La speleologia è quella disciplina che ha per scopo la scoperta e lo studiodell'ambiente ipogeo.

L'attività dello speleologico si svolge in maggiaranza nelle grotte che si sviluppano nei massicci calcarei e in parte in quelle cavità che si formano nelle rocce granitiche, nei conglomerati, nei depositi eruttivi vulcanici, negliambienti sotterranei artificiali e nelle gallerie e pozzi che si formano nei ghiacciai.

Per molti la speleologia viene considerata come un "alpinismo all'ingiù", questo per l'uso di materiali in parte analoghi, corde, chiodi, imbraghi, caschi ed altre attrezzature specifiche.

Ma mentre l'alpinista usa questi materiali per progredire in sicurezza, lo speleologo gli usa per spostarsi da un punto all'altro della grotta, in particolare nei pozzi.

Altra differenza tra l'alpinismo e la speleologia, è che l'alpinista arrivato in cima ad un monte, lascia ad altri lo studio del territorio, mentre lo speleologo una volta raggiunto il fondo di una grotta e finita la fase esplorativa, inizia lo studio e il rilievo della cavità.

Anche se le grotte erano frequentate dall'uomo primitivo e dopo diversi secoli successivi dai primi studiosi, è solo verso la fine del 1800 che nascono i gruppi grotte che aumentavano durante il 1900 e di conseguenza anche il numero di frequentatori.

Come in tutte le attività dove c'è il rischio di incorrere in un infortunio, anche la speleologia non è esente da questi incidenti.

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